L'uomo viaggerà verso la perfezione
quando avrà l'impressione di fondersi
nell'immenso e sconfinato spazio,
di essere come un mare senza spiaggia,
come una fiamma che arde incessantemente,
come una luce che brilla eternamente,
come un placido vento, o come una tempesta impetuosa,
come un cielo burrascoso e squarciato dai lampi,
come un fiumicello o come un rivo lagnoso,
come un albero variopinto all'avvento della primavera
o come un tronco nudo in autunno.
Come campi rigogliosi o distese aride.
Se l'uomo si immedesimasse
in tutti questi meravigliosi elementi,
sarà giunto a metà della via verso la perfezione.
Conquisterà l'apice della perfezione
solo quando si sentirà come un bimbo
che ha bisogno della presenza materna,
e come un uomo che protegge i suoi figli,
come un giovane innamorato.
Come un vecchio che si confronta con i ricordi,
un religioso che prega in un luogo sacro,
un malfattore che giace nella sua cella,
uno scienziato immerso nei suoi studi.
Uno sprovveduto che desidera uno spiraglio tra la notte inquieta e le tenebre del giorno.
Una pia suora che vive tra i petali
della sua devozione e le spine dell'isolamento.
Una donna di facili costumi che si dibatte tra le zanne della sua fragilità e le unghie dei suoi desideri.
Un misero che si trascina tra le sue afflizioni e lo spirito di sopportazione.
E un agiato che è prigioniero tra la sua cupidigia e la sua coscienza.
E un poeta che si trova fra la nebbia e le luci della magica aurora.
Quando l'uomo può sperimentare e conoscere tutto ciò, arriverà alla perfezione e diventerà
l'ombra dell'ombra dell'Onnipotente.