domenica 25 luglio 2021

“È rimasta una borsa di studio" di Lynn Ridenhour

 Tratto dal libro “Angels in the Woodshed” di Lynn Ridenhour.

“È rimasta una borsa di studio"

Guardando indietro, ci furono momenti nella mia vita in cui ero tutt'altro che un predicatore. Ero pieno di amarezza e andai "così vicino" a commettere un omicidio. Tutto iniziò quando morì mio padre. Il giorno prima che morisse, ci stavamo godendo un pomeriggio insieme a lavorare nella nostra club house (NdT:  https://www.treccani.it/vocabolario/club-house/ ) per tagliare le erbacce, piantare cespugli di rose e tagliare l'erba. Papà era sano, vivace e giovane e a noi due piaceva sporcarci le mani. Papà amava i fiori, specialmente i cespugli di rose. Avevo sedici anni e papà ne aveva quarantatré, era un uomo di famiglia che viveva per sua moglie e i suoi figli e che solo ora cominciava a godere dei frutti del suo lavoro. Mamma raccontava spesso a noi bambini che papà le diceva: "Niente è troppo bello per la mia famiglia". Papà e suo fratello Dick possedevano un'azienda mineraria e avevano lavorato duramente per costruirla fino al punto in cui ora ci stavamo godendo alcune delle cose più belle della vita: una nuova casa, una club house, nuove auto, un motoscafo. Non era sempre stato così. Fin da quando potevo ricordare, papà era un forte bevitore fino a quando un giorno un predicatore battista gli "salvò l'anima". Poi divenne il cittadino modello della città: diacono della chiesa, membro del consiglio comunale e sostenitore del basket al liceo. Sempre disponibile a dare. La nostra famiglia passò dagli stracci alle ricchezze, ma papà non abbandonò mai le sue radici. Non dimenticò mai da dove veniva. Ricordo molte sere, seduti a tavola per la cena, papà appena tornato dal lavoro, noi bambini che chiacchieravamo avanti e indietro, mamma seduta accanto a papà, quando bussavano alla porta. Di solito era uno dei suoi vecchi compagni di bevute. Papà gli dava dei soldi, sapendo esattamente cosa ci avrebbe fatto.

Quella terribile notte e quelle terribili ustioni

Una notte terribile cambiò le nostre vite per sempre. Dopo che eravamo tornati a casa dalla club house, papà morì di infarto. Iniziarono i miei problemi. La morte improvvisa di papà mandò in tilt la nostra famiglia. Mamma era completamente dipendente da lui, non sapeva nemmeno come compilare un assegno per la bara di papà. Ero l'unico figlio maschio con tre sorelle e una madre di cui prendersi cura. A sedici anni, la vita era diventata un terribile peso. Papà morì a febbraio. In giugno il 95% del mio corpo fu gravemente ustionato con ustioni di terzo grado per il 70%. Il padre di mia madre (nonno Gus) morì improvvisamente mentre io giacevo incosciente in ospedale e mia madre mantenne con difficoltà la sua sanità mentale La nostra famiglia sopravvisse, ma niente fu come prima. Il cuore della famiglia era stato asportato. Mi ripresi miracolosamente dalle ustioni e tornai a casa. Poco dopo, uno sconosciuto si presentò alla nostra porta, un signore del sud della Georgia di nome Ray Penny. Fece la corte a mia madre e lei si sposò mentre si stava riprendendo. Papà se n'era andato da poco più di un anno. Venimmo a scoprire che l'uomo era un artista della truffa, un ex-detenuto che mentre si trovava in una prigione statale della Georgia, in qualche modo era entrato in possesso di una copia del giornale della nostra città, The Belle Banner, che riportava la morte di mio papà in prima pagina: "Harry Ridenhour, promettente minatore di argilla, soccombe". Papà morì nel 1960 e guadagnava più di centomila dollari all'anno. Negli anni '60 erano bei soldi. Sono bei soldi anche oggi. Il truffatore aveva alle spalle una storia di matrimoni con ricche vedove. Naturalmente, noi non lo sapevamo. Credetemi, sapeva come esercitare il suo fascino! Questo tizio era abile. Mi aveva ingannato. Ci aveva ingannati tutti. Non passò molto tempo e non mi piacque quello che stavo vedendo. Prima di tutto, quell'uomo beveva. Come famiglia eravamo passati attraverso i dolori dell'alcol una volta e avevamo visto mio padre, con l'aiuto del Signore, sconfiggere il demone. Mi dava i brividi vedere di nuovo bottiglie di whisky posate sul tavolo della nostra cucina. Il signor Penny impiegò circa due anni a prosciugare il conto corrente di mia madre. Frequentava i bar, offriva giri di bevute ai suoi amici usando il libretto degli assegni di mia madre e naturalmente, trascinava mia madre di bar in bar. All'epoca ero una matricola al college alla Memphis State University. Le mie sorelle mi tenevano informato con le loro lettere. Papà e mamma ebbero Cynthia, la mia sorella più giovane, solo tre anni prima che papà morisse. Cynthia era la luce degli occhi di papà. Un fine settimana tornai a casa da scuola e la trovai chiusa nell'armadio. Penny aveva rinchiuso la mia sorellina mentre portava mamma a spasso per i bar. Questo mi fece ribollire il sangue. Un'altra volta che tornai a casa non c'era nessuno. Guidai fino alla stazione Sinclair dello zio Lawrence in cima alla collina e chiesi "Dov'è la mamma?

"Si sono trasferiti a Carbondale, Illinois, nipote.”

"Cosa?"

Penny aveva preso mia madre e la mia sorellina, aveva venduto la nostra casa e si era trasferito in un altro stato. Aveva fatto questo! Comprai una pistola e mi diressi a Carbondale. Erano passati due anni e mezzo da quando papà era morto e quest'uomo ci aveva ripulito, aveva speso i soldi che papà aveva lasciato a mamma, aveva venduto la nostra casa e la clubhouse e ora aveva trasferito la mia famiglia. L'avrei ucciso. Era l'unico modo per liberarmi di lui. Inoltre, se avessi ucciso l'uomo forse ciò avrebbe fatto sparire il dolore. Guidando verso Carbondale, pensai a come avrei fatto. La pistola giaceva seminascosta sul sedile. Una tempesta morale si stava scatenando nella mia testa. A metà strada lanciai la pistola fuori dal finestrino. Ero così arrabbiato con mia madre per aver permesso a quell'uomo di entrare nella nostra vita! Naturalmente, non stavo considerando i suoi sentimenti, i suoi dolori. Ci incontrammo brevemente e me ne andai. Lasciai l'università e mi diressi a Kansas City.  

L’entrata nel mondo delle tenebre

All'epoca i miei cugini, Ronny e "Squeak" Owens, erano a capo dei fattorini nell'hotel più elegante di Kansas City: il Muehlebach. L'hotel copriva un intero isolato ed era il luogo dove alloggiavano tutte le star del cinema quando venivano in città. Trovai lavoro come fattorino nel turno di notte. Non passò molto tempo che mi misi con il resto dei miei cugini. Eravamo in cinque, Squeak, Ronny, Buck, Jack e io, tutti a lavorare come fattorini. Ci misi poco a diventare un pappone e un contrabbandiere. Il mio cuore si era raffreddato. Dopo poco mamma e quell'uomo si trasferirono a Kansas City. Mamma trovò un lavoro alla reception dell'hotel, mentre Penny stava in casa a bere whisky. Un giorno Ronny, mio cugino, mi avvicinò. "Lynn, stanno cercando due fattorini allo Shangri La Lodge a Oklahoma. È un motel nuovo di zecca sul lago dei Cherokees. Ti interessa?".

"Certo."

E partimmo. Io e mio cugino Jack chiamammo la direzione e dicemmo che avremmo accettato il lavoro. Gettai tutte le mie cose sul sedile posteriore della mia Chevy convertibile del '57, dissi a mia madre che non volevo più vederla e me ne andai senza dirle dove stavo andando. Jack ed io ci sistemammo nei nostri nuovi lavori: contrabbando e prostituzione. Avevamo l'intero motel per noi e affittammo una casetta sul lago a quasi cinque chilometri dal motel e a 7,5 chilometri da Miami. Jack faceva il turno di giorno e io quello di notte. Nelle ore libere facevamo baldoria.

Una sera eravamo seduti in un bar ad ascoltare Roger Miller che cantava "King of the Road" quando all'improvviso il Signore mi disse queste parole: "Non ti ho abbandonato". Mi girai pensando che qualcuno mi stesse parlando. Poi mi resi conto che non sentivo quella voce da molto tempo. Ora avevo davvero voglia di bere. Quella sera ordinai uno shot dopo l'altro, seduto su uno sgabello del bar, cercando di ubriacarmi. Era come bere tè freddo! Più bevevo e più diventavo sobrio Alla fine dissi a Jack: "Vado alla casetta".

Sorpreso dalla Sua Presenza

Andai a casa e svenni. La mattina dopo mi svegliai da solo nella casetta con una terribile sbornia. Mentre mi radevo guardai nello specchio e vidi quello che sembrava un uomo di mezza età. Fu allora che accadde. La sua presenza riempì la stanza e mi fece cadere a terra. Ero sdraiato lì, incapace di alzarmi, quando il Signore iniziò a parlare. Questo era tutto nuovo per me. Non sapevo che Dio facesse cose del genere. Sentii le parole: “... Ti amo così come sei, cicatrici e tutto il resto". Quelle parole entrarono nel profondo della mia anima. Da adolescente ero così consapevole delle mie cicatrici da ustione. Non andavo più a nuotare, quando potevo indossavo le maniche lunghe, e non facevo mai la doccia con i ragazzi quando non dovevo. Cominciai a piangere. E poi lo sentii dire: "E riguardo a tua madre. Io amo tua madre". Si ruppe una diga. Ora stavo battendo il pugno su pavimento. "E anch'io la amo, Signore". Non c'è altro modo per dirlo. Il mio cuore era colmo dell'amore di Dio fino all'orlo. La Sua presenza era come un attizzatoio rovente che bruciava la rabbia dal mio cuore. Tutta l'amarezza se ne andava. Il modo migliore per descriverlo? Onde... onde di puro amore. Ora stavo singhiozzando.

"Signore, amo persino Ray Penny". Avevo perso la ragione, di sicuro. Non so per quanto tempo rimasi sul pavimento. Sapevo solo che non riuscivo a stare in piedi. Non volevo. Ero troppo occupato a sistemare le cose con Dio. Quando mio cugino entrò nella stanza dissi: "Jack, diventerò un predicatore". Non sapeva cosa pensare. Presi il telefono e dissi a mia madre che sarei tornato a casa. Tornai a casa, sistemai le cose con lei e mi diressi verso Liberty, nel Missouri, per iscrivermi al William Jewell College. Volevo imparare come condividere con tutti quello che mi era appena successo.

Un nuovo inizio

Arrivai al campus senza soldi, solo la sicura consapevolezza che il Signore mi aveva chiamato. Passai la maggior parte della mattina a iscrivermi ai corsi. Alla fine il mio consulente mi disse: ... "Vai laggiù in quella fila e paga il tuo conto". Pagare il mio conto? Stava scherzando, naturalmente. Dovete sapere che sono terribilmente ingenuo. Nella mia classe dell'ultimo anno di liceo si sono diplomati venti ragazzi e venti ragazze. I miei lasciavano sempre le chiavi in macchina, non chiudevano mai a chiave la casa quando andavano fuori città e per lo più papà faceva affari con una stretta di mano. Non sapevo che ci volessero soldi per frequentare questa scuola. Non dovetti pagare quando andai al liceo. Inoltre, il dottor Moore, capo del dipartimento di religione, mi disse di salire. Così ero qui, nel campus, in fila con il resto degli studenti. Li osservavo, ognuno con il proprio libretto degli assegni in mano. Notai che tutti compilavano un assegno e lo consegnavano alla signora. Finalmente arrivò il mio turno. Stavo lì, impacciato, senza dire una parola, senza soldi e senza libretto degli assegni. La signora alla fine alza lo sguardo: "Giovanotto, posso aiutarla?" Dovevo dire qualcosa. "Signora, non ho soldi, ma so che il Signore mi ha chiamato per imparare a predicare". Sentii le risatine. Lei si scusò, spostò indietro la sedia e mosse il dito: "Vieni con me". La seguii in una stanza sul retro. Lei tirò fuori un foglio di carta da un cassetto, me lo porse e disse: "Ecco, ce n'era rimasta una; puoi prenderla". Era una borsa di studio ministeriale. Non sapevo che esistesse una cosa del genere. Tutte le mie tasse universitarie e i libri furono pagati. Rimasi lì in quel Collegio Battista e applicai il mio cuore diligentemente. Volevo conoscere Dio. Ciò accadde quarantaquattro anni fa.

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