venerdì 10 luglio 2015

La meditazione col mantra è semplice



 Nel libro "Imparare a meditare nella tradizione cristiana" John Main
 risponde ad alcune domande che gli vengono poste, tra cui la presente:
 
Domanda: Puoi dirci qualcosa di più sull’atteggiamento verso la parola, sulla sua funzione o su come possiamo considerarla?



Padre John: L'arte della meditazione consiste nel ripetere il mantra. È semplice, ma impegnativo. Il veramente semplice assai di rado è facile. Quando eravamo agli esordi, a Londra, andai a trovare un amico che è monaco di Ramakrishna. Egli disse: “Bene, trovo molto interessante vedere come voi cattolici stiate iniziando a insegnare alla gente a meditare. Ora, dimmi esattamente quel che insegni”. E così raccontai allincirca ciò che vi ho detto: sedete, sedete eretti, ripetete il mantra, e questo è quanto. Ed egli mi disse: “Padre John, in questo consiste esattamente la nostra tradizione meditativa, che abbiamo ricevuto da Ramakrishna stesso attraverso swami Vivekananda. Ma se andate a dirlo a un gruppo di occidentali non vi crederanno, perché pare troppo semplice. A questo punto il mio consiglio è di complicare un po la cosa. Così, quando la gente inizierà a farsi viva, dite che avete qualche conoscenza esoterica, trasmessa allordine monastico tramite Giovanni Cassiano: questo va detto, è un nome che suona bene, la gente ne sarà interessata. Ma questa conoscenza riveste una tale importanza, dovete dire, che non potete trasmetterla loro se non verranno al vostro centro di meditazione per almeno dieci settimane o giù di lì. E allora, alla fine, potrete iniziarli”. E, in effetti, nella Meditazione Trascendentale si deve fare qualcosa del genere.

Il mio amico aveva certamente colto il maggior problema che molti occidentali incontrano rapportandosi alla meditazione: credere semplicemente nella sua essenziale semplicità. Dire il mantra è, di per sé, semplicità. E non si pongono complicazioni riguardo alla tecnica. Ma, tanto per delineare il corso che la cosa prende per la maggior parte delle persone, posso dirvi questo: molti di noi iniziano recitando il mantra nella testa. E diciamo: Ma-ra-na-tha. Nella mia pluriennale esperienza dinsegnamento, trovo che molte persone devono recitare il mantra a quel modo per un considerevole lasso di tempo. Poi, seguendo lesortazione di Cassiano a tenere sempre presente il mantra - quando di notte vi coricate, quando al mattino vi svegliate, quando vi calate nella preghiera, sempre preparandovi per la vostra meditazione -, il mantra comincia a radicarsi. Allora è come se iniziasse a risuonare nel cuore, voi inizierete così a sentire il mantra a un livello più centrale del vostro essere. Potreste dire che a questo stadio, definibile come il secondo, voi udite il mantra. Il terzo stadio inizia quando cominciate ad ascoltare il mantra, e solo allora la vostra meditazione avrà inizio, con l'inizio dell'ascolto. Il mio maestro di solito diceva questo: “Quando arrivi a questo stadio dascolto è come se tu stessi arrancando su per il fianco di una montagna e il mantra risuonasse nella vallata di sotto. Più in alto sali, più debole diventa il suono del mantra. E poi arriva il giorno in cui il mantra sarà completamente fuori dalla portata del tuo orecchio”. Ve lo dico come incoraggiamento. È stato per me davvero un grande piacere stare con voi, ma purtroppo domani dovrò partire. Tuttavia è mio compito ammonirvi che dovete accostarvi alla meditazione con semplicità assoluta. Non potete star lì a riflettere: “A quale livello mi trovo? Sto dicendo il mantra? Il mantra sta risuonando? Sto ascoltando il mantra? Di quanto sono salito sulla montagna? Tutto questo finirà in un paio di settimane?” La sola cosa che dovete fare è ripetere il mantra in assoluta semplicità e con assoluta fedeltà. Senza aspettative, “poiché la speranza sarebbe speranza di cose sbagliate” come ha bene espresso Eliot. La nostra giustificazione, nel compiere questo, si troverà ricordando le parole di san Paolo: “Lo Spirito di colui che sollevò Gesù dalla tomba abita dentro di voi e darà nuova vita al vostro corpo mortale".