Senza maestro
In Il potere del Silenzio, lo stesso don Juan spiega che chiunque può seguire il cammino della conoscenza e ritornare allo spirito (pag. 177) per conto proprio, realizzando una serie di azioni che si fondano sul risparmio di energia per potere muovere il punto di unione. Don Juan allude anche direttamente alla possibilità di realizzare tale lavoro senza la guida di nessun maestro. Le sue testuali parole sono:
"La nostra difficoltà in questa semplice progressione è che la maggior parte di noi non è disposta ad accettare che ci serve così poco per andare avanti. Siamo attrezzati a esigere istruzione, insegnamenti, guide, maestri. E quando ci si dice che non ne abbiamo bisogno, non ci crediamo. Diventiamo nervosi, poi diffidenti e infine irati e delusi. Se abbiamo bisogno di aiuto non è nel metodo, ma nell'enfasi. Se qualcuno ci fa notare che è necessario ridurre la nostra presunzione, ecco, quello è un aiuto vero. Gli sciamani dicono che non dovremmo avere bisogno di nessuno per convincerci che il mondo è infinitamente più complesso delle nostre folli immaginazioni. Allora, perchè siamo così dipendenti?Perchè desideriamo che qualcuno ci guidi quando possiamo fare da soli?..." da "il Potere del Silenzio" di Carlos Castaneda.
Per questo motivo, nel campo della conoscenza, allievi e maestri spuntano come funghi. Non ci sono allievi. Non ci sono maestri. Ci sono soltanto persone che devono morire, benchè alcuni se ne rendano conto ed altri no. La conoscenza che cambia il modo di vivere e di morire non è trasmissibile. Solo mediante l'esperienza personale è possibile acquisirla. Libri, maestri, scuole e gruppi sono aiuti che possono essere utili soltanto se si è disposti a lavorare per mezzo di azioni concrete al compito inesauribile della conoscenza.
E' molto facile - perciò così popolare - restare affascinati dall'idea del maestro o "guru" possessore di conoscenza e potere, grazie alla cui bontà possiamo ricevere l'illuminazione. Il "sublime maestro" ci tocca con un dito e ci "illumina", risvegliando la nostra "shakti" interiore. Queste sono illusioni che servono (specialmente in Occidente) a soddisfare le artificiali necessità di consumo di esseri alienati, troppo deboli anche solo per concepire la possibilità di uscire da soli dalla loro triste situazione. E' sempre qualcun altro che deve salvarci, che deve guidarci. Da bambini erano il papà o la mamma, da adulti sono il marito o la moglie, il sensei, o "l'amatissimo" guru".
In un modo o nell'altro, tutto dipende sempre dall'autocompatimento: sono debole, non ce la faccio da solo, ho bisogno di essere guidato. E naturalmente abbondano "maestri", "guru", e "scuole", "sette esoteriche", eccetera disposti ad approfittare della situazione, trasformando in guadagno questo desiderio di essere dominati che si impossessa di tante persone.
Un guerriero è tale perchè è sempre in lotta. Non cerca la mamma che gli dica cosa fare e cosa non fare. Assume l'autoresponsabilità come criterio-guida della sua vita, diventa egli stesso il motore del suo cammino verso la conoscenza e confida nel potere dei suoi passi e delle sue azioni. Come dice don Juan "...un guerriero è impeccabile quando confida nel suo potere personale senza badare se sia piccolo o enorme (Viaggio a Ixtlàn - pag. 158)
tratto da "Gli insegnamenti di Don Carlos" di Victor Sanchez, pag. 17-19