domenica 14 luglio 2019

Articolo che descrive alcune esperienze della psichiatra Dott.ssa Elisabeth Kübler-Ross

Un articolo che narra l'esperienza della nota psichiatra svizzera Dott.ssa Elisabeth Kübler-Ross con Robert Monroe e Hemi-Sync. Lei dedicò tutta la sua attività professionale a dare supporto alle persone che stavano morendo. Successivamente Robert Monroe elaborò il corso Hemi-Sync "Going Home" insieme alla dott.ssa Kubler Ross e allo psicologo Charles Tart.

(articolo M.I.A.S. 1980) 

Dott.ssa Elisabeth Kübler-Ross 

Traduzione dall’inglese a cura di Daniela Colavitti 

Quello che segue è l’estratto di un articolo del numero di Cosmopolitan Magazine del febbraio 1980:

... immediatamente dopo essermi informata sull'argomento, ho cercato di mettermi subito in contatto con Robert A. Monroe, un uomo d'affari della Virginia, poiché sapevo che anche lui aveva avuto centinaia di esperienze del genere, alcune delle quali descritte in un libro sbalorditivo chiamato Journeys Out of the Body (Ntd.Viaggi Fuori dal Corpo). Monroe ha un laboratorio in Virginia dove svolge un’attività di ricerca sulle esperienze extracorporee che offre anche dei corsi per insegnare a gruppi di persone come conseguire queste esperienze, oltre ad offrire la possibilità di sperimentarle a comando.
Elisabeth era fermamente intenzionata a sperimentare questo stato di coscienza in modo da poter capire meglio le problematiche dei suoi pazienti. Fu così che andò a visitare Monroe riuscendo a padroneggiare le sue tecniche senza nessuna difficoltà.
La sua descrizione sullo svolgimento e l’esito raggiunto attraverso questa esperienza cominciò con un flusso continuo di parole e informazioni che lei descrisse costantemente come inadeguate per una descrizione realistica delle esperienze da lei sperimentate. Rimasi incantato da come cercava di farmi comprendere questa straordinaria esperienza che lei stessa sembra aver sperimentato come una combinazione di fatti reali uniti ad una costante sensazione di stupore e meraviglia. Mi ha toccato spesso il braccio mentre parlava, come per assicurarsi che fossi ancora "con lei" nel suo viaggio:
"Quando decido di fare qualcosa, lo faccio con tutto il cuore, e una delle mie grandi qualità è che non ho paura di nulla - o quasi nulla. Ma Bob Monroe non lo sapeva; così quando ho fatto il mio primo esperimento sono andata troppo veloce e lui ha interferito quando ero già al culmine. Mi ha richiamata e sono tornata di colpo nel mio corpo tutta 'sottosopra’. Ero infuriata come non mai. Era la prima volta che riuscivo ad uscire dal corpo a comando, ed ero talmente meravigliata che funzionasse davvero. Ero eccitata come una bambina, ma proprio mentre stavo arrivando al culmine, boom. Quindi, ho pensato "Appena lo prendo mi sente. Sto andando così lontano che tanto non riesce a prendermi adesso“. Questo è come lo diremmo nella nostra lingua, ma in termini di esperienza fuori dal corpo non puo’ rendere l’idea.
Nel momento in cui abbiamo iniziato di nuovo la sessione, mi sono detta: "Sto andando così veloce come nessuno mai prima di me, e sto andando più lontano di quanto chiunque altro sia mai andato."
E nell’istante esatto in cui l'ho detto, sono partita più veloce della luce. Mi sentivo come se avessi percorso milioni di miglia, sempre a parole. Ma stavo andando in direzione orizzontale anziché verso l’alto . Devi considerare che in un'esperienza fuori dal corpo non c'è spazio e non c'è tempo. Sei, però, talmente condizionato dal tuo pensiero che pensi di dover salire su, altrimenti potresti andare addosso ad un muro o cose del genere. Nel momento in cui ho realizzato che stavo procedendo alla velocità della luce in orizzontale, ho cambiato improvvisamente traiettoria e ho svoltato di colpo con una virata ad angolo retto attorno una grande collina e ho iniziato a salire. Da quel momento in poi, stavo già sperimentando. È incredibile arrivare in un posto dove non c'è tempo e spazio. E’ stato un viaggio importante e ho goduto pienamente di istanti meravigliosi. Ero nel Tutto, nell’assoluto, nel silenzio più totale, ed ero entusiasta di essere lì e di poterlo sperimentare. Sono stata in luoghi talmente lontani che, quando sono arrivata a casa, mi è successo qualcosa di incredibile: mi sentivo radiosa ed illuminata come se fossi io stessa una fonte di luce e ti assicuro che è la migliore descrizione che posso darti. Mi sentivo una fonte di luce che poteva illuminare l'angolo più oscuro del mondo - non posso descriverlo in nessun altro modo.
"Quando uscii dal laboratorio, tutti mi fissarono e mi chiesero cosa fosse successo, ma non ricordavo nulla- non riuscivo a ricordare o dire dove fossi o fossi stata. Tutto quello che sapevo era che mi era accaduto qualcosa di assolutamente incredibile che era altrettanto indescrivibile. Tutto ciò che riuscivo a ricordare era la parola Shanti Nilaya, e nessuno lì sapeva cosa significasse. Hanno provato di tutto per cercare di farmi ricordare, ma non ci sono riusciti. Ho capito soltanto ora perché non volevo ancora condividerlo. Era troppo sacro per poter essere condiviso con un gruppo di estranei.
"Quella notte sarei dovuta andare da sola nella sistemazione che avevo trovato per dormire, una pensione molto isolata, ed ero in una specie di situazione di conflitto perchè sentivo, in qualche modo, che se fossi andata a dormire lì, sarebbe accaduto qualcosa di orrendo. Pensai di prendere una stanza in un motel e di chiedere di poter rimanere in compagnia di altri esseri umani, ma nello stesso momento in cui stavo pensando alle mie alternative, sapevo che ero già andata troppo lontano e che, giunta a questo punto, non potevo più tirarmi indietro. Dovevo finire ciò che avevo iniziato, e questo è tutto ciò di cui ero certa in quell’istante. Così entrai in quella casa mentre percepivo già l'imminenza di qualcosa di orrendo, non di orribile, ma di orrendo, sentivo che sarebbe successo qualcosa di orrendo. Non riuscivo a dormire, e non potevo rimanere sveglia. Cercavo di dormire per evitarlo, ma allo stesso tempo sapevo che non potevo evitarlo.
"E poi ho avuto una delle esperienze più incredibili della mia vita.
Detto in una frase: sono passata attraverso ogni singolo istante della morte di ognuno dei miei mille pazienti. E intendo, con questo, il dolore fisico, la dispnea [respiro affannoso], la sofferenza, l'urlo disperato della richiesta d’aiuto. Il dolore che provavo era al di là di ogni possibile descrizione. Non c'era tempo per pensare e non c'era tempo per nulla, tranne quelle due volte in cui ho preso un respiro, come succede durante i dolori del travaglio. Riuscii a riprendere fiato per una frazione di secondo, e supplicai Dio, di poter avere una spalla, la spalla di un altro essere umano, una spalla che avevo visualizzato e sulla quale avrei potuto appoggiare la testa. E una voce tonante mi disse in risposta: "Non ti sarà concesso". Parole testuali. Subito dopo sono ripiombata nella mia agonia, nel dolore e nella dispnea, stavolta raddoppiate, nel mio letto. Ma ero sveglia. Voglio dire, non era un sogno. Stavo rivivendo ogni singola sofferenza di ognuno dei miei pazienti in punto di morte - in ogni aspetto, e non solo fisico.
"Poi, dopo circa un'eternità, ho pregato per una mano da poter stringere o tenere. Nella mia fantasia una mano si sarebbe alzata sul lato destro del letto e io avrei potuto tenerla. E poi di nuovo questa voce: "Non ti sarà concesso". Poi sai, c'è stato tutto un penoso viaggio fatto di autocommiserazione ripensando a quello che avevo attraversato: "Ho tenuto così tante mani, eppure non mi è stato concesso di avere nemmeno una mano che tenesse la mia in quest’ora di agonia- in tutta questa faccenda. [Ride.] Non ho avuto nemmeno il tempo di pensare mentre facevo parte integrante di questa continua sofferenza, ma poi, per un momento, ho pensato di chiedere la punta di un polpastrello, un polpastrello su cui non potevo aggrapparmi, ma almeno avrei saputo che c’era la presenza di un altro essere umano. Ma come avrei fatto di solito, mi dissi: "Dannazione, no. Se non riesco ad avere una mano, non voglio neanche la punta del dito. "Quella fu la mia ultima sfuriata di rabbia e indignazione nei confronti di Dio o di chiunque fosse: non volevo un polpastrello se non potevo avere una mano . Era qualcosa di simile alla rabbia o alla sfida, ma anche una conseguenza data dalla consapevolezza che, alla fine, l'agonia devi subirtela da solo: nessuno può farlo per te.”
"Nel momento in cui mi sono resa conto di questo, ho detto, come se mi prendessi un impegno, di nuovo non a parole bensì con l’intento: “Okay. Avanti, dammelo! Qualunque cosa sia quello che devo prendere, sono pronta ad accettarlo.” Pensavo che a quel punto, l'agonia e il dolore che avevo provato- e questo andò avanti per ore - erano così grandi che 10.000 morti in più non avrebbero fatto nessuna differenza, dal momento che tutto il dolore che potevo sopportare era già lì comunque in quell’istante. Ma in quel secondo durante il quale ho detto sì, lo intendevo veramente e dal profondo del mio cuore perchè in quel momento sentivo di avere la certezza di poter effettivamente sopportare e accettare qualunque cosa sarebbe arrivata e, all’improvviso tutto quel senso di soffocamento, quel flusso emorragico di dolore e di sofferenza scomparvero in un istante, e tutto finì in un’esperienza di rinascita la più incredibile.”
“Era così bello che non ci sono parole per descriverlo. Il mio ventre iniziò a vibrare, e lo guardai con gli occhi aperti, perfettamente cosciente - era pieno, gonfio- e dissi: "Questo non può essere". Voglio dire, anatomicamente, fisiologicamente, non era possibile. E vibrava molto intensamente. Ovunque guardassi nella stanza - le mie gambe, l'armadio, la finestra - tutto iniziò a vibrare tra milioni di molecole. Tutto vibrava a questa incredibile velocità. E davanti a me c'era una forma, una forma che, nel modo più vicino ad una possibile descrizione, sembrava una vagina.
L'ho guardata e, concentrandomi su di essa, l’ho vista trasformarsi in un bocciolo di un fiore di loto. E mentre guardavo tutto questo in preda allo stupore più assoluto- vedevo che c'erano colori, odori e suoni incredibilmente belli nella stanza – che scaturivano dal più bel fiore di loto che avessi mai visto.
E dietro tutto ciò c'era un'alba, la luce più luminosa che potresti mai immaginare di poter vedere senza ferirti gli occhi. E mentre il fiore si apriva, la sua assoluta pienezza era qui in questa vita e in questo momento. In quell’istante la luce era piena e avvolgente, come se il sole fosse stato tutto lì in quel momento, e il fiore era completamente aperto. Le vibrazioni si fermarono e il milione di molecole, inclusa me – che facevano parte del mondo intero- caddero in un blocco unico. Era come se un milione di pezzi cadessero in uno solo, e io ne facevo parte. E alla fine ho pensato, “ Va tutto bene, sto bene, perché sono parte di tutto questo.”
“So che è una descrizione pazzesca per chiunque non abbia provato tutto questo ma è il modo migliore per potertelo descrivere. Era così incredibilmente bello che se per descriverlo usassi come paragone la sensazione di un migliaio di orgasmi tutti in una volta non renderebbe l’idea. Non ci sono parole per questo, davvero. Abbiamo un linguaggio troppo inadeguato.”
“E poi la mattina dopo, mentre uscivo, era di nuovo tutto incredibile: mi sentivo innamorata di ogni foglia, ogni albero, ogni uccello, persino dei sassolini. So per certo di non aver camminato sopra ai sassolini ma un po’ più in alto. E continuavo a dir loro: “Non posso calpestarvi perché non posso farvi del male”. Erano vivi come me, che facevo parte di questo intero Universo Vivo. Mi ci sono voluti mesi per essere in grado di descrivere tutto ciò con parole che potessero avvicinarsi alla mia esperienza.”
"Poi qualcuno mi ha detto che questa era un'esperienza di coscienza cosmica. Ho avuto molte esperienze come questa da allora, sempre spontaneamente e quando meno me lo aspetto. Ma prima ho l'esperienza, l'esperienza mistica, e poi devo rifletterci, interpretare cosa diavolo significa, perché non leggo su cose come questa e non ho il tempo di studiarle. In un certo senso, sono già fortunata ad avere l’esperienza e poi a riuscire ad elaborarla con la mia testa.”
Ho capito che "Shanti Nilaya significa 'Casa della Pace', ed è il luogo in cui tutti noi andremo un giorno, dopo che avremo attraversato tutto l'inferno e tutte le sofferenze che la vita ci ha messo davanti e dopo che siamo stati in grado di accettarle.
Questa è la ricompensa per tutto il dolore e la sofferenza che le persone devono attraversare. "
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A seguire una traduzione di Davide Rozzoni, Outreach Trainer di The Monroe Institute:
Alla pag. 292 del libro “The Journey of Robert Monroe” from Out-of-Body Explorer to Consciousness Pioneer” di Ronald Russell leggiamo:

“La Dott.ssa Elizabeth Kübler Ross, che grazie ai suoi libri best-seller, le conferenze e i seminari che cambiano la vita aveva guadagnato una reputazione a livello mondiale, partecipò al corso Lifeline (NdT di The Monroe Institute) nel Novembre 1991 portando con sé tavolette di cioccolato svizzero, biscotti fatti in casa e fette di formaggio svizzero. Rispose entusiasticamente (Ndt all’esperienza) in quanto durante l’ultimo giorno del corso ebbe un contatto con una donna e un bimbo che erano stati uccisi dai Khmer rossi in Cambogia. Lei riferì di essere riuscita ad accompagnarli nel Parco in Focus 27.”
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Pubblicato in data 14 Luglio 2019 
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Pagina Wikipedia dedicata alla Dottoressa Kübler-Ross:
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Siti Internet di riferimento:
In inglese www.monroeinstitute.org
In italiano www.hemisync.it

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