sabato 15 giugno 2013

Illuminazione

Tratto dal "Piccolo Breviario  ZEN" pagine 198 e 199

 L’illuminazione – ovvero satori o kensho – è la meta suprema dello Zen. Consiste nel penetrare nella propria natura, realizzando la propria essenza buddhista e liberandosi dal ciclo di nascita e morte. stando al Denkoroku, una raccolta di koan, “anche se stai seduto finchè il tuo sedile si spacca…e sei una persona pura, se non raggiungi il satori non puoi evadere dalla prigione del mondo.”
Negli scritti Zen si trovano numerosissimi esempi di eventi e cose inaspettate che fanno scattare l’illuminazione: il Buddha che vede la stella del mattino, Bankei che sputa un grumo di sangue, Hsiang-yen che ode il suono di un sasso che colpisce una pianta di bambù. Ma una delle migliori descrizioni della concreta esperienza dell’illuminazione ci è data dal Maestro Sokei-an Sasaki:
“Un giorno ho spazzato via tutte le nozioni dalla mia mente. Ho rinunciato a ogni desiderio. Ho eliminato le parole con cui pensavo e sono rimasto in pace. Mi sentivo un pò strano, come se fossi trasportato in qualcosa, o come se stessi toccando un potere a me ignoto…e d’un tratto sono entrato.
Ho perduto i limiti del mio corpo fisico. avevo la mia pelle, certo, ma provavo l’impressione di essere al centro del cosmo. Parlavo, ma le mie parole avevano perso il loro significato. Vedevo persone venire verso di me, ma erano tutte lo stesso uomo. Tutti erano me stesso! Non avevo mai conosciuto questo mondo. Avevo creduto di essere stato creato, ma adesso dovevo ricredermi: non sono mai stato creato; io ero il cosmo; non esisteva nessun signor Sasaki.”