sabato 21 agosto 2021

Avere la rabbia dentro

 

 “Al centro federale di Formia facevo 350 giorni di allenamento all'anno. Stavo lì pure a Natale e Pasqua. Da solo. Vent’anni ad acqua minerale, nemmeno gassata.

Era una questione di rabbia, di voglia. A Barletta non avevamo niente e volevamo tutto. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: fare i piatti, pulire la cucina, lavare i vetri.

Avevo tre anni quando mamma mi mandò a comprare un bottiglione di varechina che mi si aprì nel tragitto, porto ancora i segni sulle mani. Papà veniva da una famiglia di undici figli, due si erano fatte suore perché non c’era da mangiare a casa.

Quando ho iniziato a correre, i calzoncini me li cuciva lui. Oggi non mi entrano più, nemmeno al braccio, ma li tengo ancora. Le prime scarpe da gara le ho prese più grandi, dovevo ancora crescere, sarebbero durate.

La tv non la tenevamo, si andava al circolo degli anziani, era su un baldacchino, pagavamo 50 lire per vederla. Ecco perché la rabbia ce l’avevo dentro”

Pietro Mennea, l’infinita ‘Freccia del Sud’

https://athletamag.com/lestate-di-pietro-mennea/

Tratto da https://www.facebook.com/athletamagazine/posts/1251642785289577