Il
risveglio di Byron Katie, come narrato nell'Introduzione del libro
“Amare ciò che è” di Byron Katie e Stephen Mitchell.
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Il
Lavoro è nato un mattino del febbraio 1986, quando Byron Kathleen
Reid, una donna di quarantatrè anni che viveva in una piccola
cittadina del deserto della California meridionale si svegliò stesa
sul pavimento di una stanza di una casa di riabilitazione.
All'interno
di una vita normalissima (due matrimoni, tre figli e una carriera di
successo), Katie era precipitata in una spirale di rabbia, paranoia e
disperazione che durava da dieci anni. Per due anni la depressione le
aveva praticamente impedito di uscire di casa; rimaneva a letto per
intere settimane e svolgeva il suo lavoro telefonando dalla stanza da
letto, senza riuscire nemmeno a farsi una doccia o a lavarsi i denti.
I figli passavano in punta di piedi davanti alla sua porta, per
evitare i suoi scoppi di rabbia. Alla fine si ricoverò in una casa
di riabilitazione per donne con disturbi alimentari: l'unica forma di
ricovero che la sua assicurazione era disposta a pagare. Le altre
pazienti avevano così paura di lei che le venne assegnata una stanza
da sola in una soffitta. Una mattina, circa una settimana dopo il
ricovero, mentre era stesa sul pavimento (non si sentiva degna
neppure di occupare un letto), Katie si svegliò senza nessuna idea
di chi o cosa fosse. “Non c'era nessun me”, dice.
Tutta
la mia rabbia, tutti i pensieri che mi avevano tormentato, tutto il
mio mondo, il mondo intero era svanito. Nello stesso tempo una risata
incontenibile sgorgò dentro di me e si diffuse all'esterno. Tutto
era diventato irriconoscibile. Era come se si fosse svegliato qualcun
altro. Esso aveva aperto gli occhi e guardava attraverso gli
occhi di Katie. Esso era esultante, era ebbro di gioia! Per
esso non c'era niente di separato, niente di inaccettabile.
Tutto era il suo stesso sé.
Quando
Katie ritornò a casa , la sua famiglia e i suoi amici si accorsero
che era una persona diversa. Racconta sua figlia Roxann, che a quel
tempo aveva sedici anni: “Capimmo che la tempesta era passata. Mia
mamma aveva sempre urlato contro di me e i miei fratelli, e ci
criticava continuamente. Avevo paura di rimanere sola con lei nella
stanza. Ora sembrava perfettamente in pace. Rimaneva immobile per ore
seduta davanti alla finestra o nel deserto. Era felice e innocente
come un bambino, e piena di amore. Persone in difficoltà iniziarono
a bussare alla nostra porta, chiedendo aiuto. Lei le invitava a
sedere accanto a sé e faceva delle domande, soprattutto “E' vero?”
(…)
Quando
la gente capì che la vecchia Katie non sarebbe tornata mai più,
tutti cominciavano a chiedersi che cosa le fosse accaduto. (…)
Katie non era di molto aiuto e occorse molto tempo prima che fosse in
grado di descrivere la sua esperienza in termini comprensibili.
Iniziò a parlare di una libertà che si era risvegliata dentro di
lei. Diceva che attraverso una indagine interiore, aveva capito che
tutti i suoi vecchi pensieri non erano veri.
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Link al download di alcuni estratti di "Amare ciò che è"
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Link al download di alcuni estratti di "Amare ciò che è"
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“Il
Lavoro di Byron Katie è una vera benedizione per il nostro pianeta.
La radice di ogni sofferenza sta nell'identificazione con i nostri
pensieri, le “storie” che scorrono di continuo nella mente. Il
Lavoro funziona come una spada affilata a rasoio, che taglia
attraverso le illusioni e ti permette di conoscere l'essenza eterna
del tuo essere. Esso emana gioia, pace e amore che sono il tuo stato
naturale.”
-
Eckart Tolle, autore di “Il potere di adesso”.