Ieri giornata impegnativa con stati d’animo altalenanti ma prevalentemente tristi. Poi in serata ho preso in mano il libro “Parole dalla Quiete” di Eckart Tolle, l’ho aperto a caso e ho cominciato a leggere delle citazioni presenti nel capitolo “Il Sé egoico”. Mentre leggevo, lasciando fluire dentro un paragrafo alla volta, ho visto come l’ego agiva in me in svariate situazioni. Dopo una ventina di minuti di lettura e metabolizzazione dei concetti espressi da Tolle, mi sono reso conto che ero completamente Presente nel Qui e Ora. Ed ero in un profondo stato di quiete. I sensi sembravano essere espansi. “Lì” osservavo ogni cosa intorno a me senza giudizio. In quella condizione non c’erano gioie, dolori, desideri, aspirazioni, preoccupazioni, Dio, speculazioni di alcun tipo, necessità. Ero pura consapevolezza, Presenza e profonda quiete. Non esisteva alcuna domanda sul risveglio, sull’illuminazione, la vita, la morte ecc. Da quello stato ho portato sullo scenario della mente gli affetti più cari e mi sono reso conto che erano equiparabili a dei fatti, delle realtà, ma senza alcun impatto emotivo in tempo presente. Anche i “nemici” non esistevano. Ho provato a portare alla mente alcuni eventi del passato, quali situazioni tristi come il funerale di persone care, ma il quello stato tali vicende erano totalmente prive significato. Di certo sono avvenute in passato, ma nel Qui e Ora erano completamente irrilevanti. Tale condizione, per come l’ho vissuta ieri, è non relazionale. Nell’esperienza di ieri non erano presenti empatia, compassione, pietà, peccato e pertanto nessuna necessità di perdono, colpa, risentimento, rabbia, vittime e carnefici. Non c’erano guerre e nemmeno COVID ovvero esistevano come semplici fatti. Ieri sera ho trascorso almeno mezz’ora a 1) osservare nel dettaglio gli oggetti presenti nella stanza in cui mi trovavo; 2) ascoltare i rumori che provenivano dalle altre stanze; 3) saltuariamente accarezzare il gatto. Tutte queste attività erano fine a se stesse, davano un senso di completezza ed erano accompagnate da un profondo stato di Presenza e di quiete interiore.
Ripensando il giorno dopo a
quanto sperimentato, mi domando se in quello stato sia possibile lavorare,
pagare la bolletta della luce, interagire con altri esseri umani, programmare
un viaggio, leggere un romanzo, inventare qualcosa.
Questo stato è estremamente
appetibile per una umanità tormentata dal passato, dai sensi di colpa e dai risentimenti,
tuttavia è da verificare se tale condizione sia quella più elevata a cui può
aspirare l’essere umano.
Concludo con una domanda a me
stesso: se, e sottolineo SE, ieri ho vissuto una esperienza temporanea di
risveglio, sarei felice di vivere questo stato/condizione in maniera permanente
per il resto della mia vita?
Una esperienza simile vissuta in passato: clicca QUI