Tratto dal libro “Angels in the Woodshed” di Lynn Ridenhour.
“È rimasta una borsa di studio"
Quella terribile
notte e quelle terribili ustioni
Una notte terribile cambiò le
nostre vite per sempre. Dopo che eravamo tornati a casa dalla club house, papà
morì di infarto. Iniziarono i miei problemi. La morte improvvisa di papà mandò
in tilt la nostra famiglia. Mamma era completamente dipendente da lui, non
sapeva nemmeno come compilare un assegno per la bara di papà. Ero l'unico
figlio maschio con tre sorelle e una madre di cui prendersi cura. A sedici
anni, la vita era diventata un terribile peso. Papà morì a febbraio. In giugno
il 95% del mio corpo fu gravemente ustionato con ustioni di terzo grado per il
70%. Il padre di mia madre (nonno Gus) morì improvvisamente mentre io giacevo
incosciente in ospedale e mia madre mantenne con difficoltà la sua sanità
mentale La nostra famiglia sopravvisse, ma niente fu come prima. Il cuore della
famiglia era stato asportato. Mi ripresi miracolosamente dalle ustioni e tornai
a casa. Poco dopo, uno sconosciuto si presentò alla nostra porta, un signore
del sud della Georgia di nome Ray Penny. Fece la corte a mia madre e lei si
sposò mentre si stava riprendendo. Papà se n'era andato da poco più di un anno.
Venimmo a scoprire che l'uomo era un artista della truffa, un ex-detenuto che
mentre si trovava in una prigione statale della Georgia, in qualche modo era
entrato in possesso di una copia del giornale della nostra città, The Belle
Banner, che riportava la morte di mio papà in prima pagina: "Harry
Ridenhour, promettente minatore di argilla, soccombe". Papà morì nel 1960
e guadagnava più di centomila dollari all'anno. Negli anni '60 erano bei soldi.
Sono bei soldi anche oggi. Il truffatore aveva alle spalle una storia di
matrimoni con ricche vedove. Naturalmente, noi non lo sapevamo. Credetemi,
sapeva come esercitare il suo fascino! Questo tizio era abile. Mi aveva
ingannato. Ci aveva ingannati tutti. Non passò molto tempo e non mi piacque
quello che stavo vedendo. Prima di tutto, quell'uomo beveva. Come famiglia
eravamo passati attraverso i dolori dell'alcol una volta e avevamo visto mio
padre, con l'aiuto del Signore, sconfiggere il demone. Mi dava i brividi vedere
di nuovo bottiglie di whisky posate sul tavolo della nostra cucina. Il signor
Penny impiegò circa due anni a prosciugare il conto corrente di mia madre.
Frequentava i bar, offriva giri di bevute ai suoi amici usando il libretto
degli assegni di mia madre e naturalmente, trascinava mia madre di bar in bar.
All'epoca ero una matricola al college alla Memphis State University. Le mie
sorelle mi tenevano informato con le loro lettere. Papà e mamma ebbero Cynthia,
la mia sorella più giovane, solo tre anni prima che papà morisse. Cynthia era
la luce degli occhi di papà. Un fine settimana tornai a casa da scuola e la
trovai chiusa nell'armadio. Penny aveva rinchiuso la mia sorellina mentre
portava mamma a spasso per i bar. Questo mi fece ribollire il sangue. Un'altra
volta che tornai a casa non c'era nessuno. Guidai fino alla stazione Sinclair
dello zio Lawrence in cima alla collina e chiesi "Dov'è la mamma?
"Si sono trasferiti a
Carbondale, Illinois, nipote.”
"Cosa?"
Penny aveva preso mia madre e la
mia sorellina, aveva venduto la nostra casa e si era trasferito in un altro
stato. Aveva fatto questo! Comprai una pistola e mi diressi a Carbondale. Erano
passati due anni e mezzo da quando papà era morto e quest'uomo ci aveva
ripulito, aveva speso i soldi che papà aveva lasciato a mamma, aveva venduto la
nostra casa e la clubhouse e ora aveva trasferito la mia famiglia. L'avrei
ucciso. Era l'unico modo per liberarmi di lui. Inoltre, se avessi ucciso l'uomo
forse ciò avrebbe fatto sparire il dolore. Guidando verso Carbondale, pensai a
come avrei fatto. La pistola giaceva seminascosta sul sedile. Una tempesta
morale si stava scatenando nella mia testa. A metà strada lanciai la pistola
fuori dal finestrino. Ero così arrabbiato con mia madre per aver permesso a
quell'uomo di entrare nella nostra vita! Naturalmente, non stavo considerando i
suoi sentimenti, i suoi dolori. Ci incontrammo brevemente e me ne andai.
Lasciai l'università e mi diressi a Kansas City.
L’entrata nel
mondo delle tenebre
All'epoca i miei cugini, Ronny e
"Squeak" Owens, erano a capo dei fattorini nell'hotel più elegante di
Kansas City: il Muehlebach. L'hotel copriva un intero isolato ed era il luogo
dove alloggiavano tutte le star del cinema quando venivano in città. Trovai
lavoro come fattorino nel turno di notte. Non passò molto tempo che mi misi con
il resto dei miei cugini. Eravamo in cinque, Squeak, Ronny, Buck, Jack e io,
tutti a lavorare come fattorini. Ci misi poco a diventare un pappone e un
contrabbandiere. Il mio cuore si era raffreddato. Dopo poco mamma e quell'uomo
si trasferirono a Kansas City. Mamma trovò un lavoro alla reception dell'hotel,
mentre Penny stava in casa a bere whisky. Un giorno Ronny, mio cugino, mi
avvicinò. "Lynn, stanno cercando due fattorini allo Shangri La Lodge a
Oklahoma. È un motel nuovo di zecca sul lago dei Cherokees. Ti
interessa?".
"Certo."
E partimmo. Io e mio cugino Jack
chiamammo la direzione e dicemmo che avremmo accettato il lavoro. Gettai tutte
le mie cose sul sedile posteriore della mia Chevy convertibile del '57, dissi a
mia madre che non volevo più vederla e me ne andai senza dirle dove stavo
andando. Jack ed io ci sistemammo nei nostri nuovi lavori: contrabbando e
prostituzione. Avevamo l'intero motel per noi e affittammo una casetta sul lago
a quasi cinque chilometri dal motel e a 7,5 chilometri da Miami. Jack faceva il
turno di giorno e io quello di notte. Nelle ore libere facevamo baldoria.
Una sera eravamo seduti in un bar
ad ascoltare Roger Miller che cantava "King of the Road" quando
all'improvviso il Signore mi disse queste parole: "Non ti ho abbandonato".
Mi girai pensando che qualcuno mi stesse parlando. Poi mi resi conto che non
sentivo quella voce da molto tempo. Ora avevo davvero voglia di bere. Quella
sera ordinai uno shot dopo l'altro, seduto su uno sgabello del bar, cercando di
ubriacarmi. Era come bere tè freddo! Più bevevo e più diventavo sobrio Alla
fine dissi a Jack: "Vado alla casetta".
Sorpreso dalla Sua
Presenza
Andai a casa e svenni. La mattina
dopo mi svegliai da solo nella casetta con una terribile sbornia. Mentre mi
radevo guardai nello specchio e vidi quello che sembrava un uomo di mezza età.
Fu allora che accadde. La sua presenza riempì la stanza e mi fece cadere a
terra. Ero sdraiato lì, incapace di alzarmi, quando il Signore iniziò a
parlare. Questo era tutto nuovo per me. Non sapevo che Dio facesse cose del
genere. Sentii le parole: “... Ti amo così come sei, cicatrici e tutto il
resto". Quelle parole entrarono nel profondo della mia anima. Da
adolescente ero così consapevole delle mie cicatrici da ustione. Non andavo più
a nuotare, quando potevo indossavo le maniche lunghe, e non facevo mai la
doccia con i ragazzi quando non dovevo. Cominciai a piangere. E poi lo sentii
dire: "E riguardo a tua madre. Io amo tua madre". Si ruppe una diga.
Ora stavo battendo il pugno su pavimento. "E anch'io la amo,
Signore". Non c'è altro modo per dirlo. Il mio cuore era colmo dell'amore
di Dio fino all'orlo. La Sua presenza era come un attizzatoio rovente che
bruciava la rabbia dal mio cuore. Tutta l'amarezza se ne andava. Il modo migliore
per descriverlo? Onde... onde di puro amore. Ora stavo singhiozzando.
"Signore, amo persino Ray
Penny". Avevo perso la ragione, di sicuro. Non so per quanto tempo rimasi
sul pavimento. Sapevo solo che non riuscivo a stare in piedi. Non volevo. Ero
troppo occupato a sistemare le cose con Dio. Quando mio cugino entrò nella
stanza dissi: "Jack, diventerò un predicatore". Non sapeva cosa
pensare. Presi il telefono e dissi a mia madre che sarei tornato a casa. Tornai
a casa, sistemai le cose con lei e mi diressi verso Liberty, nel Missouri, per
iscrivermi al William Jewell College. Volevo imparare come condividere con
tutti quello che mi era appena successo.
Un nuovo inizio
Arrivai al campus senza soldi,
solo la sicura consapevolezza che il Signore mi aveva chiamato. Passai la
maggior parte della mattina a iscrivermi ai corsi. Alla fine il mio consulente
mi disse: ... "Vai laggiù in quella fila e paga il tuo conto". Pagare
il mio conto? Stava scherzando, naturalmente. Dovete sapere che sono
terribilmente ingenuo. Nella mia classe dell'ultimo anno di liceo si sono
diplomati venti ragazzi e venti ragazze. I miei lasciavano sempre le chiavi in
macchina, non chiudevano mai a chiave la casa quando andavano fuori città e per
lo più papà faceva affari con una stretta di mano. Non sapevo che ci volessero
soldi per frequentare questa scuola. Non dovetti pagare quando andai al liceo.
Inoltre, il dottor Moore, capo del dipartimento di religione, mi disse di
salire. Così ero qui, nel campus, in fila con il resto degli studenti. Li
osservavo, ognuno con il proprio libretto degli assegni in mano. Notai che
tutti compilavano un assegno e lo consegnavano alla signora. Finalmente arrivò
il mio turno. Stavo lì, impacciato, senza dire una parola, senza soldi e senza
libretto degli assegni. La signora alla fine alza lo sguardo: "Giovanotto,
posso aiutarla?" Dovevo dire qualcosa. "Signora, non ho soldi, ma so
che il Signore mi ha chiamato per imparare a predicare". Sentii le
risatine. Lei si scusò, spostò indietro la sedia e mosse il dito: "Vieni
con me". La seguii in una stanza sul retro. Lei tirò fuori un foglio di
carta da un cassetto, me lo porse e disse: "Ecco, ce n'era rimasta una;
puoi prenderla". Era una borsa di studio ministeriale. Non sapevo che
esistesse una cosa del genere. Tutte le mie tasse universitarie e i libri
furono pagati. Rimasi lì in quel Collegio Battista e applicai il mio cuore
diligentemente. Volevo conoscere Dio. Ciò accadde quarantaquattro anni fa.
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